Pubblicato in: Cose da mamme

Due cani in famiglia

Mi piacerebbe far credere di essere come Elena Santarelli nella pubbicità della Rocchetta, quando porta a spasso il suo cane: sorridente, con i capelli fatti e soprattutto vestita di bianco! La realtà non è affatto questa!




Io, che non sono mai uscita struccata in vita mia nemmeno per entrare in sala parto. mi ritrovo ad uscire all’alba non solo senza trucco, ma anche vestita “da cani” e con i capelli da matta, per portare fuori i nostri pseudo “cani da slitta”: quindici più otto chili di bestioline che corrono velocissime alle 6,30 del mattino in salita…ed io dietro di loro, bardata come un’ eschimese, con solo gli occhi di fuori, cercando di tornare in tempo per iniziare la giornata…con uno splendido sorriso!

La storia è simile a quella di molte altre famiglie: i bambini desideravano un cane da tempo, ma io ero stata sempre irremovibile, consapevole del fatto che questa sarebbe stata una decisione non ritrattabile. Al di là del fatto che vivevamo in un appartamento e che a Frosinone non c’erano spazi verdi dove portare l’eventuale cagnolino, ero convinta che l’entusiasmo dei bambini sarebbe scemato poco a poco, lasciando così tutte le incombenze su di me.

Ci siamo poi trasferiti a Perugia, in un appartamento pieno di verde intorno e un’area cani proprio di fronte. Insomma, le condizioni ideali c’erano tutte ed io, che non avevo mai avuto cani in vita mia, ho iniziato a cedere.

Eva e Balù il 16 Agosto erano a casa nostra e avevano appena 3 mesi.

Con i bambini avevamo fatto i patti prima: loro si sarebbero occupati di tutto, dalle pulizie, al cibo, alle uscite. E così è stato in linea di massima ( a volte sono ricorsa alle minacce, lo ammetto!).

Per evitare litigi tra fratelli abbiamo dovuto stabilire dei turni e segnarli sul calendario: i turni riguardavano le pulizie delle molteplici pipì e pupù sparse per tutta casa e chi doveva uscire con quale cane (non potevamo certo prendere un cane a testa!). Ecco…questo metodo non ha avuto affatto esito positivo! Non nego che  avrei tanto desiderato avere Tata Lucia al mio fianco per capire come gestire questa situazione ingarbugliata: le discussioni vertevano principalmente sul numero di pipì pulite dall’uno e dall’altro, perchè poteva capitare che chi fosse di turno stesse dormendo per esempio…alle sostituzioni non ci avevo pensato, c’era proprio una lacuna organizzativa! Insomma il caos…

Alla fine, iniziata la scuola, ci siamo così divisi: io penso a loro la mattina usandoli, quando ho tempo, per il mio “CROSS TRAINING” (corsa veloce, fermata brusca, altro scatto, camminata lenta, camminata velocissima e si ricomincia…vi assicuro, funziona! Perderete peso a vista d’occhio!), i ragazzi nel pomeriggio, il papi dopo cena. Sabato e domenica (quasi) solo i ragazzi.

In conclusione, al di là di tutti i disastri quali: peli dappertutto, divano conquistato, scarpe mangiate, giochi distrutti, zampe dei tavoli mordicchiate, telecomando mangiato anche lui, credo che il rapporto tra i bambini  e gli animali sia una cosa bellissima da osservare.

Tutti insieme sembrano un unico branco, in cui si gioca, ci si rispetta e soprattutto si impara tanto: Eva e Balù stanno insegnando ai miei figli (spero con un buon risultato!) a rispettare gli impegni presi, perchè per farli stare bene devono pensare a nutrirli e a farli uscire negli orari prestabiliti. Inoltre stanno insegnando ai più piccoli che certi limiti non vanno oltrepassati.

Diciamo che adesso che tutti i bimbi la mattina sono a scuola, la mia vita è sempre frenetica…senza cani rischiavo di avere una mezz’ora libera e di annoiarmi! E’ cambiato solo il fatto che adesso, invece di andare al parco giochi e di sentire i discorsi delle mamme su pappine, pannolini, compiti ecc., vado all’area cani dove sento discorsi molto più elevati del tipo: “io il mio non lo castro altrimenti non si vedono più le p…e e non sembra più un maschio”, oppure assisto a discussioni sulla quantità, la consistenza e il colore dei bisognini di questi dolci esserini.

E così sapete che vi dico? Che spesso, nonostante io gli voglia bene, mi ritrovo a pensare: io volevo un gatto!

P.S. Il disegno l’ho fatto io perchè i figli si sono rifiutati.

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