Viaggiare con i bambini è una delle esperienze più entusiasmanti che si possano fare!
Certo, i preparativi sono un po’ faticosi…per non parlare del viaggio in sé, tra soste-pipì, eventuali vomiti e altri bisogni.
Per avere il controllo su cibo e bevande ho vissuto per anni momenti infernali in macchina: posizionata nel mezzo passavo bicchieri d’acqua, succhi di frutta, biscotti e biberon a tutti. Poi finalmente siamo giunti alla conclusione che sarebbe stato meglio preparare uno zainetto per uno, contenente una bottiglietta d’acqua, qualche spuntino, un quaderno con matite colorate o pennarelli e qualche gioco.
Fondamentale è anche un iPod con la loro musica preferita da ascoltare a tutto volume! Le nostre compilations per ora sono molto varie: vanno dal reggaeton al rap di Fedez, J-Ax e Rovazzi, dalle tagliatelle di nonna Pina allo scimmione di Gabbani, per finire con Ghali che esce dalla melma…uno strazio insomma!
Ma veniamo al tasto dolente: le valigie.
Per stare via qualche giorno va a finire che ti porti tutta casa.
Ecco, appunto…”solo l’indispensabile” penso tra me e me ogni volta, e invece niente, davanti alla porta di casa mano a mano si ammucchiano una decina tra valigie, borse e borsoni.
Ma lo sforzo maggiore è quello mentale: serve una concentrazione pazzesca, manco fosse un esame di matematica!
Allora comincio a pensare e a contare: “sto via cinque giorni? Devo prendere 5 mutande, 5 paia di calzini, 5 cambi” per 1, per 2, per 3, ecc.
I grandi mi aiutano a prendere le cose, ma manca sempre qualche pezzo: «mamma ho solo 3 mutande!» grida uno dall’altra stanza. Così lascio quello che stavo facendo (contando i calzini dell’altro per esempio) e vado a cercare tra la montagna di panni da stirare.
Nel frattempo il piccolino ha fatto qualche bisogno e pretenderebbe di essere cambiato all’istante
Mentre sto rovistando nella montagna di panni di cui sopra, mi sono già dimenticata cosa stavo cercando, così mi arrendo e vado a cambiare il pannolino…perfetto, l’ho fatto alla velocità della luce!
Vado in cucina per buttarlo e mi accorgo che qualcuno (che mi stava chiamando mentre ero concentrata e al quale non avevo dato assolutamente ascolto!) ha rovesciato il latte per terra.
“Bisognerà dargli una pulita” penso, ma non rimango sola a lungo perché qualcun altro sta venendo da me per chiedermi qualcosa. Intanto ho perso completamente di vista l’obiettivo: le mutande!
Però, visto che sto in cucina, mi viene in mente che potrei fare l’impasto dei panini al latte che servono per il viaggio, che ci vuole? D’altra parte bisogna essere multitasking!
L’impasto è pronto, posso cercare ‘ste benedette mutande!
Trovate! E una è fatta, si passa alla seconda valigia…idem! Manca sempre qualcosa e si ricomincia a correre per casa: armadio-stendino-panni da stirare.
Insomma, inizia questo ambaradan dopo pranzo e tra un’interruzione e l’altra mi ritrovo a mezzanotte che devo fare ancora la mia di valigia! Muoio di sonno ma cerco di concentrarmi, in più non si vede un tubo!
Armata di torcia da testa mi infilo nell’armadio per rendermi conto che non ho NIENTE da mettere!
Nonostante ciò prenderò il trolley più grande e ci infilerò queste cose fondamentali:
- Anfibi (in caso piovesse);
- Scarpe da ginnastica leggere (in caso di caldo);
- Scarpe da ginnastica pesanti (in caso di freddo senza pioggia);
- Ciabatte;
- Una decina di maglie a maniche corte;
- Una decina di maglie a maniche lunghe;
- Maglioni ( per emergenza, anche se ilMeteo.it assicura che la temperatura non scenderà sotto i 17 gradi);
- Jeans vari;
- Canottiere;
- Biancheria intima e pigiama;
- Ombrello;
- Sciarpe varie;
- K-Way.
Insomma, bisogna essere previdenti!
Intanto guardo con non poca invidia Stefano, che in 5 minuti e senza scervellarsi troppo, ha messo nei pochi spazi rimasti dell’ultima valigia le seguenti cose:
- mutande q.b.;
- calzini q.b.;
- 2 magliette;
- un paio di jeans;
- felpa;
- occorrente per la barba.
A questo punto penso di avere finito…invece NO!
Mancano le medicine e i pannolini e il cibo!
È passata un’altra ora e ho sistemato tutto, i bambini sono andati a letto eccitati all’idea di partire e io posso andare a dormire, distrutta ma soddisfatta.
Mi addormento pensando che passerei altre 100 giornate come questa pur di viaggiare ancora, sperando di vedere le mie stesse emozioni riflesse nei loro occhi!
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