Pubblicato in: vita da studentessa

Evviva la sessione autunnale! Con i figli ancora a casa e un esamone da preparare…

Una tipica giornata di fine estate ha i ritmi che somigliano a quelli del periodo scolastico.

Purtroppo alle 7,30 suona la sveglia, ma cerco sempre di anticiparla per realizzare il sogno che rincorro tutto l’anno: fare colazione da sola in silenzio!

Se riesco ad aprire gli occhi prima delle 7, sguscio via dal letto stile Pantera Rosa provando a raggiungere la cucina senza fare il minimo rumore.

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Penso che mentre preparo il thè potrei leggere quel capitolo che ho lasciato in sospeso ieri sera.

Mi siedo e inizio, la sensazione è che non ci sia tempo da perdere.

Infatti poco dopo sento una vocina: “Mamma, posso fare colazione?”

“Amore buongiorno! Certo, così mi fai compagnia!”, e il mio castello di carte crolla miseramente…

Meglio mettere tutto da parte, infatti, come da previsioni, uno dopo l’altro arrivano anche gli altri.

Dopo colazione due di loro vanno al campus, gli altri si vestono e iniziano le loro attività ludiche, tutte molto tranquille nella prima mattinata.

Ne approfitto! Mi siedo e inizio il lavoro che mi sono prefissata per la giornata: le sinapsi chimiche (aiuto, ho fatto il classico!).

Un’ora passa senza interruzioni, poi inizia la processione: e l’acqua, e la merenda, e gli acquerelli, e i fogli per disegnare!

Ero sul punto di capire un cosa importante, ma dai recettori ionotropici mi tocca passare a pane e marmellata!

Già che ci sono rifaccio il letto e avvio una lavatrice, mentre tutto sembra essersi sistemato.

All’improvviso un rumore assordante rompe il silenzio…hanno tirato il pallone sulla vetrata del salone.

Bene, è iniziata una partita di calcio a tre, con tanto di magliettine del Brasile e dell’Italia!

Cerco di chiudere fuori i rumori, di solito funziona…di solito!

Ma oggi no.

Decido così di riascoltare la lezione sull’argomento che sto studiando. Metto gli auricolari e alzo il volume al massimo…finalmente capirò qualcosa!

Non passa nemmeno un minuto e sento una manina che mi scuote il braccio: “Mamma, mi dai un po’ d’acqua per favore?”

Nel frattempo ho messo in pausa perdendo completamente il filo del discorso.

“Hai la tua borraccia in frigo.”

“Ma quella della bottiglia è più buona!”

Ah….

Riprendo ad ascoltare, ma prima devo mandare un po’ indietro per capire di cosa stesse parlando il professore.

Arriva l’altro: “Mamma, mi sono fatto male! Mi dai un bacio?”

Arimetti in pausa e dai il bacio…

Riprendo rimettendo sempre qualche secondo indietro, ma la processione continua!

“Mamma, avrei un po’ fame!”, “Mamma, Marco mi mena!”, “Mamma, possiamo giocare con le macchinine?”, “Mamma, mi prendi le Lego per favore?”, “Mamma, ho fatto!” (dal bagno), “Mamma,mamma,mamma, mammaaaaaaa……”

Guardo il telefono : ho ascoltato 7 minuti di lezione con 150 interruzioni, e considerato che il totale è 1:27, rimando a un momento migliore.

Vado nella stanza in cui i bimbi giocano e visto che non hanno fatto altro che cercarmi, saranno contenti di vedermi!

Manco per niente, nemmeno alzano la testa…resto un po’ lì a guardarli senza essere vista, poi mi rendo conto che è quello il momento giusto!

Corro in cucina (singolare come postazione di studio…) e continuo con le mie cose.

Sembra surreale questo silenzio, ma guardo l’orologio ed è già ora di pranzo: bisogna andare a riprendere i ragazzi al campus!

Una sensazione di grande frustrazione mi assale, mi rendo conto di non riuscire ad arrivare all’obiettivo…vedo la fine del capitolo sempre più lontana, conto e riconto le pagine.

Niente, sono 20 e devo capirle, riassumerle e ripeterle entro oggi!

Ma sì dai, c’è anche la notte!

Ore 21: “Ragazzi sono le 9, tutti a letto!”

Giocano e corrono per casa, la cena gli ha dato una carica incredibile…e loro stanno ancora in vacanza!

Ma io non demordo: faccio la doccia ai piccoli, li sistemo per la notte e ci stendiamo insieme per raccontare una favola.

Ogni frase mi interrompono per fare domande e non hanno affatto sonno.

Intanto inizia il via vai dei grandi che mi devono raccontare quello che hanno fatto in palestra e con gli amici…proprio adesso!

Prima no, nemmeno una parola.

E va beh, il confessionale è aperto!

Veronica mi riferisce della discussione con il suo istruttore e presa dall’emozione inizia a piangere a dirotto! È appena iniziata una crisi e ovviamente ha bisogno di me.

Confesso che viene da piangere anche a me, non vedo la luce…è un tunnel senza fine!

I piccoli, con gli occhi più aperti dei miei, se ne stanno lì che ascoltano tutto.

Nel frattempo si sono fatte le 22,15 e vedo i primi segni di cedimento, che sono appunto solo segni!

Tra una cosa e l’altra, raggiungo la mia postazione poco prima delle 23, tanto ho tutta la notte…

Con quelle 20 pagine davanti penso che devo mettercela tutta.

Riesco a concentrarmi, sono sola, in silenzio.

Sarebbe bellissimo se non morissi di sonno!

Vado avanti fino all’una, finché mi rendo conto di aver scritto una parola senza senso perché avevo gli occhi chiusi!

È il momento di andare a dormire, convinta che domani andrà meglio…mentre, come da copione, ogni mattina sarà come tutte le altre!

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